Page 1138 - Giorgio Vasari
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di chi ha giudizio, atteso che in un'opera di tanta spesa et in luogo
               così  celebre,  doveva  il  Bandinello,  se  non  apprezzava  egli
               l'architettura  o  non  l'intendeva,  servirsi  di  chi  allora  era  vivo  et
               arebbe saputo e potuto far meglio. Et in questo Giuliano merita scusa
               perché  fece  quello  che  seppe,  che  non  fu  poco,  se  bene  è  più  che

               vero, che chi non ha disegno e grande invenzione da sé, sarà sempre
               povero di grazia, di perfezione e di giudizio ne' componimenti grandi
               d'architettura; fece Giuliano un lettuccio di noce per Filippo Strozzi,

               che è oggi a Città di Castello in casa degl'eredi del signor Alessandro
               Vitelli,  et  un  molto  ricco  e  bel  fornimento  a  una  tavola  che  fece
               Giorgio  Vasari  all'altare  maggiore  della  badia  di  Camaldoli,  in
               Casentino,  col  disegno  di  detto  Giorgio;  e  nella  chiesa  di  Santo
               Agostino del monte San Savino, fece un altro ornamento intagliato,

               per  una  tavola  grande  che  fece  il  detto  Giorgio;  in  Ravenna  nella
               badia  di  Classi  de'  monaci  di  Camaldoli  fece  il  medesimo  Giuliano,
               pure a un'altra tavola di mano del Vasari, un altro bell'ornamento. Et

               ai monaci della Badia di Santa Fiore in Arezzo fece nel refettorio il
               fornimento delle pitture che vi sono di mano di detto Giorgio aretino.
               Nel Vescovado della medesima città, dietro all'altare maggiore, fece
               un  coro  di  noce  bellissimo,  col  disegno  del  detto,  dove  si  aveva  a
               tirare inanzi l'altare, e finalmente poco anzi che si morisse fece sopra

               l'altare  maggiore  della  Nunziata  il  bello  e  richissimo  ciborio  del
               Santissimo Sagramento, e li due Angeli di legno, di tondo rilievo, che
               lo mettono in mezzo. E questa fu l'ultima opera che facesse, essendo

               andato a miglior vita l'anno 1555.
               Né fu di minor giudizzio Domenico, fratello di detto Giuliano, perché,

               oltre  che  intagliava  molto  meglio  di  legname,  fu  anco  molto
               ingegnoso nelle cose d'architettura, come si vede nella casa che fece
               fare col disegno di costui Bastiano da Montaguto nella via de' Servi,
               dove sono anco di legname molte cose di propria mano di Domenico;

               il  quale  fece  per  Agostino  del  Nero  in  sulla  piazza  de'  Mozzi  le
               cantonate,  et  un  bellissimo  terrazzo  a  quelle  case  de'  Nasi  già
               cominciate  da  Baccio  suo  padre.  E  se  costui  non  fusse  morto  così
               presto,  avrebbe,  si  crede,  di  gran  lunga  avanzato  suo  padre  e

               Giuliano suo fratello.
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