Page 1077 - Giorgio Vasari
P. 1077
Essendo anco questo pittore giovane et imitando parte la maniera de'
Bellini e parte quella di Giorgione, fece in San Domenico di Ricanati la
tavola dell'altar maggiore partita in sei quadri. In quello del mezzo è
la Nostra Donna col Figliuolo in braccio che mette, per le mani d'un
Angelo, l'abito a San Domenico, il quale sta ginocchioni dinanzi alla
Vergine. Et in questo sono anche due putti che suonano uno un liuto
e l'altro un ribechino. In un altro quadro è San Gregorio e Santo
Urbano papi, e nel terzo San Tommaso d'Aquino et un altro Santo,
che fu vescovo di Ricanati. Sopra questi sono gl'altri tre quadri: nel
mezzo, sopra, la Madonna e Cristo morto sostenuto da un Angelo, e
la madre che gli bacia un braccio, e Santa Madalena; sopra quello di
San Gregorio è Santa Maria Madalena e San Vincenzio; e nell'altro,
cioè sopra San Tommaso d'Aquino, è San Gismondo e Santa Caterina
da Siena. Nella predella, che è di figure piccole e cosa rara, è nel
mezzo quando Santa Maria di Loreto fu portata dagl'Angeli dalle parti
di Schiavonia, là dove ora è posta. Delle due storie, che la mettono in
mezzo, in una è San Domenico che predica, con le più graziose
figurine del mondo, e nell'altra papa Onorio che conferma a San
Domenico la Regola. È di mano del medesimo in mezzo a questa
chiesa un San Vincenzio frate lavorato a fresco. Et una tavola a olio è
nella chiesa di Santa Maria di Castelnuovo con una Trasfigurazione di
Cristo e con tre storie di figure piccole nella predella: quando Cristo
mena gl'Apostoli al Monte Tabor, quando ora nell'orto, e quando
ascende in cielo. Dopo queste opere, andando Lorenzo in Ancona
quando a punto Mariano da Perugia avea fatto in Santo Agostino la
tavola dell'altar maggiore con un ornamento grande, la quale non
sodisfece molto, gli fu fatto fare, per la medesima chiesa, in una
tavola che è posta a mezzo, la Nostra Donna col Figliuolo in grembo e
due Angeli in aria che scortando le figure incoronano la Vergine.
Finalmente, essendo Lorenzo vecchio et avendo quasi perduta la
voce, dopo aver fatto alcune altre opere di non molta importanza in
Ancona, se n'andò alla Madonna di Loreto, dove già avea fatto una
favola a olio, che è in una capella a man ritta entrando in chiesa, e
quivi, risoluto di voler finire la vita in servigio della Madonna et
abitare quella santa casa, mise mano a fare istorie di figure alte un