Page 1038 - Giorgio Vasari
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nuova e maggior fabrica.
               Lavorarono con il Rosso le cose sopradette di stucco e di rilievo, e

               furono  da  lui  sopra  tutti  gl'altri  amati,  Lorenzo  Naldino  fiorentino,
               maestro  Francesco  d'Orliens,  maestro  Simone  da  Parigi  e  maestro
               Claudio similmente parigino, maestro Lorenzo Piccardo et altri molti.
               Ma  il  migliore  di  tutti  fu  Domenico  del  Barbieri,  che  è  pittore  e

               maestro di stucchi eccellentissimo e disegnatore straordinario, come
               ne dimostrano le sue opere stampate, che si possono annoverare fra
               le migliori che vadano a torno. I pittori parimenti, che egli adoperò
               nelle dette opere di Fontanableò, furono Luca Penni fratello di Giovan

               Francesco detto il Fattore, il quale fu discepolo di Raffaello da Urbino;
               Lionardo  fiamingo,  pittore  molto  valente,  il  quale  conduceva  bene
               affatto con i colori i disegni del Rosso; Bartolomeo Miniati fiorentino;
               Francesco  Caccianimici  e  Giovambatista  da  Bagnacavallo,  i  quali

               ultimi lo servirono mentre Francesco Primaticcio andò per ordine del
               re a Roma a formare il Laoconte, l'Apollo e molte altre anticaglie rare,
               per gettarle di bronzo. Tacerò gl'intagliatori, i maestri di legname et
               altri infiniti di quali si servì il Rosso in queste opere, perché non fa di

               bisogno  ragionare  di  tutti,  come  che  molti  di  loro  facessero  opere
               degne di molta lode. Lavorò di sua mano il Rosso, oltre le cose dette,
               un S. Michele che è cosa rara. Et al connestabile fece una tavola d'un
               Cristo morto, cosa rara che è a un suo luogo chiamato Ceuan, e fece

               anco  di  minio  a  quel  re  cose  rarissime.  Fece  appresso  un  libro  di
               notomie per farlo stampare in Francia, del quale sono alcuni pezzi di
               sua  mano  nel  nostro  libro  de'  disegni;  si  trovarono  anco  fra  le  sue
               cose, dopo che fu morto, due bellissimi cartoni: in uno de' quali è una

               Leda che è cosa singolare, e nell'altro la Sibilla Tiburtina che mostra
               a Ottaviano imperadore la Vergine gloriosa con Cristo nato in collo. Et
               in questo fece il re Francesco, la reina, la guardia et il popolo con
               tanto numero di figure, e sì ben fatte, che si può dire con verità che

               questa fusse una delle belle cose che mai facesse il Rosso. Il quale fu
               per queste opere, et altre molte che non si sanno, così grato al re,
               che egli si trovava poco avanti la sua morte avere più di mille scudi
               d'entrata,  senza  le  provisioni  dell'opera,  che  erano  grossissime.  Di

               maniera  che  non  più  da  pittore,  ma  da  principe  vivendo,  teneva
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