Page 1037 - Giorgio Vasari
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et  in  tutte  le  parti  bellissimo.  Le  quali  opere  vedendo  il  re,  e
               piacendogli sommamente, pose al Rosso incredibile affezione, onde
               non passò molto, che gli diede un canonicato nella santa capella della
               Madonna  di  Parigi,  et  altre  tante  entrate  et  utili,  che  il  Rosso  con
               buon  numero  di  servidori  e  di  cavalli  viveva  da  signore  e  facea

               banchetti  e  cortesie  straordinarie  a  tutti  i  conoscenti  et  amici,  e
               massimamente  ai  forestieri  italiani,  che  in  quelle  parti  capitavano.
               Fece poi un'altra sala, chiamata il Padiglione, perché è sopra il primo

               piano delle stanze di sopra, che viene a essere l'ultima sopra tutte
               l'altre et in forma di padiglione, la quale stanza condusse dal piano
               del  pavimento  fino  agl'arcibanchi,  con  varii  e  belli  ornamenti  di
               stucchi,  e  figure  tutte  tonde  spartite  con  egual  distanza,  con  putti,
               festoni e varie sorti d'animali. E negli spartimenti de' piani n'è una

               figura a fresco a sedere, in sì gran numero, che in essi si veggiono
               figurati  tutti  gli  dèi  e  dee  degl'antichi  e  gentili;  e  nel  fine  sopra  le
               finestre  è  un  fregio  tutto  ornato  di  stucchi  e  ricchissimo,  ma  senza

               pitture. Fece poi in molte camere, stufe et altre stanze, infinite opere
               pur  di  stucchi  e  di  pitture,  delle  quali  si  veggiono  alcune  ritratte  e
               mandate fuora in stampe, che sono molto belle e graziose; sì come
               sono ancora infiniti disegni che il Rosso fece di saliere, vasi, conche et
               altre bizzarrie, che poi fece fare quel re tutti d'argento, le quali furono

               tante  che  troppo  sarebbe  di  tutte  voler  far  menzione.  E  però  basti
               dire che fece disegni per tutti i vasi d'una credenza da re, e per tutte
               quelle cose, che per abigliamenti di cavalli, di mascherate, di trionfi e

               di  tutte  l'altre  cose  che  si  possono  immaginare;  e  con  sì  strane  e
               bizzarre fantasie, che non è possibile far meglio. Fece quando Carlo
               Quinto imperadore andò l'anno 1540 sotto la fede del re Francesco in
               Francia,  avendo  seco  non  più  che  dodici  uomini,  a  Fontanableò  la
               metà di tutti gl'ornamenti, che fece il re fare per onorare un tanto

               imperadore; e l'altra metà fece Francesco Primaticcio bolognese. Ma
               le cose che fece il Rosso d'archi, di colossi, altre cose simili, furono,
               per quanto si disse allora, le più stupende che da altri insino allora

               fussero state fatte mai. Ma una gran parte delle stanze, che il Rosso
               fece al detto luogo di Fontanableò, sono state disfatte dopo la sua
               morte  dal  detto  Francesco  Primaticcio,  che  in  quel  luogo  ha  fatto
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