Page 1036 - Giorgio Vasari
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infinitamente, ma molto più la presenza, il parlare e la maniera del
Rosso, il quale era grande di persona, di pelo rosso conforme al
nome, et in tutte le sue azzioni grave, considerato e di molto giudizio.
Il re, adunque, avendogli subito ordinato una provisione di
quattrocento scudi, e donatogli una casa in Parigi, la quale abitò poco
per starsi il più del tempo a Fontanableò, dove aveva stanze e vivea
da signore, lo fece capo generale sopra tutte le fabriche, pitture et
altri ornamenti di quel luogo. Nel quale primieramente diede il Rosso
principio a una galleria sopra la bassa corte, facendo di sopra non
volta, ma un palco, o vero soffittato di legname con bellissimo
spartimento; le facciate dalle bande fece tutte lavorate di stucchi, con
partimenti bizzarri e stravaganti e di più sorti cornici intagliate, con
figure ne' reggimenti grandi quanto il naturale, adornando ogni cosa
sotto le cornici, fra l'un reggimento e l'altro, di festoni di stucco
ricchissimi, e d'altri di pittura con frutti bellissimi e verzure d'ogni
sorte. E dopo, in un vano grande, fece dipignere col suo disegno (se
bene ho inteso il vero) circa ventiquattro storie, a fresco, credo, dei
fatti d'Alessandro Magno; facendo esso come ho detto tutti i disegni,
che furono d'acquerello e di chiaro scuro. Nelle due testate di questa
galleria sono due tavole a olio di sua mano disegnate e dipinte, di
tanta perfezzione, che di pittura si può vedere poco meglio. Nell'una
delle quali è un Bacco et una Venere, fatti con arte maravigliosa e
con giudizio. È il Bacco un giovinetto nudo, tanto tenero, delicato e
dolce, che par di carne veramente e palpabile, e più tosto vivo che
dipinto. Et intorno a esso sono alcuni vasi finti d'oro, d'argento, di
cristallo e di diverse pietre finissime, tanto stravaganti e con tante
bizzarrie attorno, che resta pieno di stupore chiunche vede
quest'opera con tante invenzioni. Vi è anco fra l'altre cose, un satiro,
che lieva una parte d'un padiglione, la testa del quale è di
maravigliosa bellezza in quella sua strana cera caprina, e
massimamente, che par che rida e tutto sia festoso in veder così bel
giovinetto. Èvvi anco un putto a cavallo sopra un orso bellissimo, e
molti altri graziosi e belli ornamenti a torno. Nell'altro è un Cupido e
Venere con altre belle figure. Ma quello in che pose il Rosso
grandissimo studio fu il Cupido: perché finse un putto di dodici anni,
ma cresciuto e di maggiori fattezze che di quella età non si richiede,