Page 1019 - Giorgio Vasari
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VITA DI PULIDORO DA CARAVAGGIO E MATURINO
               FIORENTINO PITTORI



               Nell'ultima  età  dell'oro,  che  così  si  poté  chiamare  per  gl'uomini
               virtuosi  et  artefici  nobili  la  felice  età  di  Leone  Decimo,  fra  gl'altri
               spiriti  nobilissimi  ebbe  luogo  onorato  Pulidoro  da  Caravaggio  di

               Lombardia, non fattosi per lungo studio, ma stato prodotto e creato
               dalla natura pittore. Costui, venuto a Roma nel tempo che per Leone
               si fabbricavano le logge del palazzo del papa con ordine di Raffaello
               da  Urbino,  portò  lo  schifo,  o  vogliam  dir  vassoio  pieno  di  calce,  ai

               maestri  che  muravano,  infino  a  che  fu  di  età  di  diciotto  anni.  Ma
               cominciando  Giovanni  da  Udine  a  dipignerle,  e  murandosi  e
               dipignendosi,  la  volontà  e  l'inclinazione  di  Polidoro  molto  volta  alla
               pittura, non restò di far sì ch'egli prese dimestichezza con tutti quei

               giovani  che  erano  valenti,  per  veder  i  tratti  et  i  modi  dell'arte  e
               mettersi a disegnar. Ma fra gl'altri, s'elesse per compagno Maturino
               fiorentino,  allora  nella  cappella  del  papa,  et  alle  anticaglie  tenuto
               bonissimo disegnatore. Col quale praticando, talmente di quest'arte

               invaghì, che in pochi mesi fé cose (fatta prova del suo ingegno) che
               ne stupì ogni persona che lo aveva già conosciuto in quell'altro stato.
               Per  la  qual  cosa,  seguitandosi  le  logge,  egli  sì  gagliardamente  si
               essercitò  con  quei  giovani  pittori;  che  erano  pratichi  e  dotti  nella

               pittura, e sì divinamente apprese quella arte, che egli non si partì di
               su  quel  lavoro  senza  portarsene  la  vera  gloria  del  più  bello  e  più
               nobile ingegno, che fra tanti si ritrovasse. Per il che crebbe talmente
               l'amor  di  Maturino  a  Polidoro  e  di  Polidoro  a  Maturino,  che

               deliberarono come fratelli e veri compagni, vivere insieme e morire. E
               rimescolato  le  volontà,  i  danari  e  l'opere,  di  comune  concordia  si
               misero unitamente a lavorare insieme.

               E perché erano in Roma pur molti che di grado, d'opere e di nome i
               coloriti loro conducevano più vivaci et allegri, e di favori più degni e

               più  sortiti,  cominciò  a  entrargli  nell'animo,  avendo  Baldassarre
               Sanese  fatto  alcune  facce  di  case  di  chiaro  scuro,  d'imitar
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