Page 1017 - Giorgio Vasari
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tavola a San Salvatore di una Nostra Donna che saglie i gradi con
alcuni Santi, et un'altra con la Nostra Donna in aria con alcuni
fanciulli, et a' piè S. Ieronimo e S. Caterina, che fu veramente la più
debole che di suo si vegga in Bologna. Fece ancora, sopra un portone
in Bologna, un Crucifisso, la Nostra Donna e San Giovanni in fresco,
che sono lodatissimi. Fece in San Domenico di Bologna una tavola a
olio di una Madonna et alcuni Santi, la quale è la migliore delle cose
sue, vicino al coro nel salire all'arca di San Domenico, dentrovi
ritratto il padrone che la fece fare. Similmente colorì un quadro al
conte Giovanni Battista Bentivogli, che aveva un cartone di mano di
Baldassarre Sanese de la storia de' Magi, cosa che molto bene
condusse a perfezzione, ancora che vi fussero più di cento figure.
Similmente sono in Bologna di man d'esso molte altre pitture, e per
le case e per le chiese; et in Galiera una facciata di chiaro e scuro alla
facciata de' Teofamini, et una facciata dietro alle case de' Dolfi, che
secondo il giudizio di molti artifici è giudicata la miglior cosa che e'
facesse mai in quella città.
Andò a Trento e dipinse al cardinal vecchio il suo palazzo insieme con
altri pittori, di che n'acquistò grandissima fama; e ritornato a Bologna
attese all'opere da lui cominciate. Avvenne che per Bologna si diede
nome di fare una tavola per lo spedale de la Morte; onde a
concorrenza furono fatti varii disegni, chi disegnati e chi coloriti; e
parendo a molti essere innanzi, chi per amicizia e chi per merito, di
dovere avere tal cosa, restò indietro Girolamo; e parendoli che gli
fosse fatto ingiuria, di là a poco tempo si partì di Bologna, onde
l'invidia altrui lo pose in quel grado di felicità, che egli non pensò mai;
atteso che, se passava innanzi, tale opera gl'impediva il bene che la
buona fortuna gli aveva apparecchiato. Per che condottosi in
Inghilterra, da alcuni amici suoi, che lo favorivano, fu preposto al re
Arrigo; e giuntogli innanzi, non più per pittore, ma per ingegniere
s'accommodò a' servigi suoi. Quivi mostrando alcune prove d'edifici
ingegnosi, cavati da altri in Toscana e per l'Italia, e quel re
giudicandoli miracolosi, lo premiò con doni continui e gli ordinò
provisione di quattrocento scudi l'anno. E gli diede commodità ch'e'
fabbricasse una abitazione onorata alle spese proprie del re. Per il