Page 1013 - Giorgio Vasari
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Silvestro  papa  e  S.  Turpè  cavaliere;  e  per  non  fare  il  medesimo
               nell'invenzioni  che  gl'altri,  ancor  che  in  altro  avesse  variato  molto,
               dovendovi pur far la Madonna, la fece con Cristo morto in braccio e
               que'  Santi,  come  intorno  a  un  Deposto  di  croce.  E  nelle  croci,  che
               sono in alto, fatte a guisa di tronchi, sono confitti due ladroni nudi, et

               intorno cavalli, i crucifissori con Giuseppo e Nicodemo e le Marie, per
               sodisfare  all'Operaio  che,  fra  tutte  le  dette  tavole,  volle  che  si
               ponessero tutti i Santi, che erano già stati in diverse cappelle vecchie

               disfatte, per rinovar la memoria loro alle nuove. Mancava alle dette
               una tavola, la quale fece il Bronzino, con un Cristo nudo et otto Santi.
               Et in questa maniera fu dato fine alle dette cappelle, le quali arebbe
               potuto far tutte di sua mano Giovan Antonio, se non fusse stato tanto
               lungo. E perché egli si era acquistato molta grazia fra i Pisani, gli fu,

               dopo  la  morte  d'Andrea  del  Sarto,  data  a  finire  una  tavola  per  la
               Compagnia di S. Francesco, che il detto Andrea lasciò abbozzata; la
               quale  tavola  è  oggi  nella  detta  Compagnia  in  sulla  piazza  di  S.

               Francesco di Pisa.
               Fece  il  medesimo,  per  l'Opera  del  detto  Duomo,  alcune  filze  di

               drappelloni, et in Firenze molti altri, perché gli lavorava volentieri e
               massimamente in compagnia di Tommaso di Stefano pittor fiorentino
               amico suo. Essendo Giovanni Antonio chiamato da' frati di S. Marco di
               Firenze a fare in testa del loro reffettorio in fresco un'opera a spese

               d'un loro frate converso de' Molletti, ch'aveva avuto buone facultà di
               patrimonio al secolo, voleva farvi quando Gesù Cristo con cinque pani
               e due pesci diede mangiar a cinquemila persone, per far lo sforzo di
               quello  che  sapeva  fare;  e  già  n'aveva  fatto  il  disegno  con  molte

               donne,  putti  et  altra  turba  e  confusione  di  persone,  ma  i  frati  non
               vollono quella storia, dicendo voler cose positive, ordinarie e semplici.
               Laonde, come piacque loro, vi fece quando San Domenico, essendo in
               reffettorio con i suoi frati e non avendo pane, fatta orazione a Dio, fu

               miracolosamente quella tavola piena di pane, portato da due Angeli
               in forma umana. Nella qual opera ritrasse molti frati che allora erano
               in quel convento, i quali paiono vivi, e particolarmente quel converso
               de'  Molletti  che  serve  a  tavola.  Fece  poi  nel  mezzo  tondo  sopra  la

               mensa  S.  Domenico  a  piè  d'un  Crucifisso,  la  Nostra  Donna  e  S.
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