Page 1917 - Shakespeare - Vol. 4
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               O mio amabil giovane, che reggi in tuo potere

               del Tempo il mutevol specchio, la falce, la clessidra
               che nel declinar fiorisci e in tal modo esponi
               l’appassire di chi t’ama mentre tu sbocci in fiore;
               se la natura, artefice sovrana d’ogni decadenza,

               mentre avanzi nel tempo ti riporta indietro,
               lo fa soltanto affinché la sua furbizia
               screditi il Tempo e vinca il suo rovinoso passo.
               Però guardati da lei, prediletto del suo capriccio:

               ella può trattenere, non tenere sempre il suo tesoro!
               Il suo debito pur ritardato, dovrà avere un saldo,
               e la sua quietanza sarà la tua restituzione.
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