Page 1910 - Shakespeare - Vol. 4
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Quali lacrime di Sirene devo aver bevuto
stillate da alambicchi immondi come inferno,
per dar paura alle speranze e speranze alle paure,
sentendomi sconfitto in ogni mia vittoria!
Quali misere colpe può aver commesso il cuore,
quando si credeva al sommo d’ogni gioia!
Come vagavan fuori dalle orbite i miei occhi
nell’eccitazione di tal delirante febbre!
O vantaggio del male: ora solo riconosco
che sempre il bene è dal mal reso migliore
e che l’amore infranto, ricostruito a nuovo,
cresce ancor più bello, più forte, ben più grande.
Così, mortificato, ritorno all’amor mio,
e dal mal guadagno tre volte quel che ho perso.