Page 2967 - Shakespeare - Vol. 3
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VECCHIO ATENIESE

               Grande Timone, fallo venire davanti a te.



              TIMONE
               Si trova qui? Lucilio!



              LUCILIO
               Eccomi, agli ordini di Vostra Signoria.



              VECCHIO ATENIESE
               Questo individuo, nobile Timone,
               questa tua creatura, s’infila di notte

               nella mia casa. Io sono un uomo
               che ha sempre risparmiato, e il mio patrimonio
               merita un erede più altolocato
               di uno che porta i piatti.



              TIMONE
               E allora?



              VECCHIO ATENIESE

               Ho un’unica figlia,
               nessun altro parente cui lasciare
               ciò che è mio. La fanciulla è bella,
               giovanissima ma in età da marito, e io

               l’ho allevata, con grande spesa, nel modo
               più raffinato. Questo tuo servo
               attenta al suo amore. Ti prego, nobile signore,
               unisciti a me nel proibirgli l’accesso:

               io ho parlato invano.


              TIMONE

               L’uomo è onesto.



              VECCHIO ATENIESE
               Appunto per questo, Timone.
               La sua onestà è già una ricompensa:
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