Page 2965 - Shakespeare - Vol. 3
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bisbigli sacrificali, adorano come sacra
               persino la sua staffa, e come per grazia sua
               bevono la libera aria.



              PITTORE
               Diamine, e che ne è di loro?



              POETA
               Quando la Fortuna, nel suo volubile

               mutamento d’umore, ripudia il favorito,
               tutti coloro che dipendevano da lui
               e che dietro di lui arrancavano con le ginocchia,
               e persino con le mani, verso la cima del monte,

               lo lasciano cadere, e nessuno accompagna
               il suo piede che declina.



              PITTORE
               È cosa comune.
               Potrei mostrarvi mille pitture allegoriche
               che raffigurano questi voltafaccia della Fortuna

               con più efficacia delle parole. Eppure
               fate bene a mostrare al nobile Timone
               ciò che umili occhi hanno visto:

               il piede sopra e la testa sotto.


                 Suono di trombe. Entra il nobile Timone, che si rivolge cortesemente a
             ciascun postulante; un Messaggero di Ventidio parla con lui; Lucilio e altri
                                                          Servi.



              TIMONE
               È in carcere, dici?



              MESSAGGERO
               Sì, mio buon signore. Il suo debito

               è di cinque talenti. I suoi mezzi scarsi,
               i creditori inflessibili.
               Chiede una lettera di Vostro Onore
               per coloro che l’hanno mandato in prigione.
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