Page 2969 - Shakespeare - Vol. 3
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Nobilissimo signore,
se di ciò è pegno il tuo onore, lei è sua.
TIMONE
Eccoti la mano: il mio onore sulla mia promessa.
LUCILIO
Ringrazio umilmente Vostra Signoria.
Mai possa io avere una fortuna
che non sia riconosciuta come vostra.
[Esce]
POETA
Accettate la mia fatica, e lunga vita
a Vostra Signoria!
TIMONE
Vi ringrazio: avrete presto mie notizie.
Non ve ne andate. E voi, amico mio,
che cosa avete lì?
PITTORE
Una pittura che prego Vostra Signoria
di volere accettare.
TIMONE
La pittura è benvenuta.
La pittura è quasi l’uomo al naturale:
poiché da quando il disonore commercia
con la natura dell’uomo, costui è solo apparenza:
queste figure pennellate sono
esattamente quello che sembrano.
Il vostro lavoro mi piace, e ve ne accorgerete.
Aspettate finché avrete mie notizie.
PITTORE
Gli dei vi conservino!