Page 2946 - Shakespeare - Vol. 3
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inutile. Scrive lo Hibbard che alla fine Shakespeare vuol lasciare nel pubblico l’impressione della nobiltà
                 e  della  grandezza  del  suo  eroe.  Ma  questa  emana  da  tutta  l’opera  assieme  al  resto,  né  era
                 necessario  sottolinearla  con  questi  trucchi.  Nei  suoi  elogi  finali  mi  pare  piuttosto  che  Shakespeare
                 mostri come nulla si chiude nella storia umana, e qual è l’uso politico che i viventi fanno della morte
                 altrui.  Io  sono  propenso  a  condividere  l’opinione  di  G.B.  Shaw,  che  nelle  onoranze  alla  salma  di
                 Amleto  sentiva  l’ultima  zampata  ironica  del  genio  crudele  di  Shakespeare.  La  fine  delle  grandi
                 tragedie  greche  ribadiva  l’abisso  fra  immanenza  umana  e  trascendenza  divina.  Nel  capolavoro
                 imperfetto che è il Coriolano come nelle altre tragedie di Shakespeare forse c’è un approfondimento
                 moderno di quella visione tragica. Il mondo dei cieli, il mondo dei valori, è ormai irrappresentabile,
                 definitivamente inimmaginabile, se non come un orizzonte vuoto al quale tuttavia il mondo umano,
                 in sé non autosufficiente, continuamente si riferisce e si rapporta.
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