Page 2764 - Shakespeare - Vol. 3
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CORIOLANO
Salve, signori! Io torno da soldato
vostro, non affetto da amore per la mia terra
più di quando partii da qui, ma sempre
sottomesso ai vostri alti ordini.
Sappiate che il mio tentativo ha avuto successo,
e che ho aperto ai vostri eserciti una via
sanguinosa sino alle porte di Roma. Il bottino
che abbiamo riportato supera di un buon terzo
le spese della guerra. Abbiamo concluso
una pace tanto onorevole per Anzio
che te per Roma. E qui vi consegniamo
firmato dai consoli e dai patrizi, e col sigillo
del Senato, l’accordo raggiunto.
AUFIDIO
Non leggetelo,
nobili signori, ma dite a questo
grandissimo traditore, che egli ha abusato
dei vostri poteri.
CORIOLANO
Traditore? Ma come!
AUFIDIO
Sì, traditore, Marzio!
CORIOLANO
Marzio?
AUFIDIO
Sì, Marzio, Caio Marzio! O credi
che ti farò bello del tuo furto, del tuo
nome rubato, Coriolano, a Corioli?
Signori e capi dello Stato, costui
ha tradito con perfidia la vostra causa,
e ha ceduto per qualche goccia d’acqua
salata, la vostra città, Roma − dico