Page 2765 - Shakespeare - Vol. 3
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la vostra città − a sua moglie e sua madre,
stracciando giuramenti e propositi
come un ritorto di seta marcia,
e senza neanche sognarsi
un consiglio di guerra. Alle prime lacrime
della balia, sprecò frignando e strillando
la vostra vittoria, tanto che i paggi
arrossirono per lui, e gli uomini d’onore
restarono a guardarsi di sasso.
CORIOLANO
Lo senti, Marte? 56
AUFIDIO
Non nominare il dio, frignoncello!
CORIOLANO
Eh?
AUFIDIO
Sì, null’altro.
CORIOLANO
Mentitore spudorato, mi fai scoppiare
il cuore nel petto. «Frignoncello»! Schiavo!
Perdonatemi, signori, è la prima volta
che sono costretto all’insulto. Il vostro giudizio,
voi venerabili, deve smentire questo cane;
e ciò che sa lui stesso − lui che addosso
ha stampati i miei colpi di frusta, lui
che si porta alla tomba le mie bastonate −
contribuirà a ricacciargli in gola
le sue menzogne.
I MAGGIORENTE
Calma, ambedue, e ascoltatemi.