Page 2735 - Shakespeare - Vol. 3
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AUFIDIO
Corrono sempre appresso al romano?
AIUTANTE
Non so che stregoneria abbia, ma i tuoi soldati
usano il suo nome come preghiera
prima dei pasti, come oggetto di discorso a tavola
e come ringraziamento finale. E tu in questa campagna
sei messo in ombra dai tuoi stessi uomini.
AUFIDIO
Per ora
non c’è niente da fare, dovrei usare mezzi
che azzopperebbero i nostri stessi progetti.
Anche verso di me si dimostra arrogante
più di quanto pensavo
quando l’accolsi a braccia aperte. Ma è
la sua natura che in ciò non cambia, e devo
giustificare ciò che non può correggersi.
AIUTANTE
Però, credo, era meglio − per te stesso, dico −
non dividere il comando con lui, ma guidare
tu la campagna, o lasciarla a lui solo.
AUFIDIO
Ti capisco bene, e sta’ tranquillo, che quando
verrà alla resa dei conti,
non immagina come lo metterò al muro.
Sembra, così lui crede, e così appare
anche agli occhi di tutti,
che egli faccia tutto lealmente e curi
molto gli interessi dello stato,
e certo combatte come un drago e vince
appena sfodera la spada. Eppure
c’è qualcosa che ha trascurato di fare,
che gli spezzerà il collo,
o metterà il mio in pericolo,