Page 2732 - Shakespeare - Vol. 3
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dai pastori. Quanto ai suoi amici più stretti
               se gli dicessero «Pietà per Roma», la preghiera
               sarebbe uguale a quella di chi merita
               il suo odio, e li farebbe apparire

               come nemici.



              MENENIO
                               È vero. Se gettasse in casa mia
               il tizzone che la distrugge
               non avrei la faccia di dirgli, «Ti supplico,

               fermati». Avete manovrato bene,
               voi e i vostri meccanici! Avete fatto
               un capolavoro!



              COMINIO
                               Avete attirato su Roma
               una catastrofe, che mai ve n’è stata

               una così irrimediabile.



              I TRIBUNI
                               Non dite che è colpa nostra.



              MENENIO
               Ah no? Sarebbe nostra? Noi l’amavamo,
               ma da bestie nobili e codarde abbiamo
               ceduto alle vostre folle che l’hanno

               espulso urlando.



              COMINIO
                               Ma temo che urlando
               lo richiameranno. Tullo Aufidio, che per fama
               è secondo tra gli uomini, gli obbedisce
               come fosse un suo subalterno. La disperazione

               è l’unica tattica, l’unica forza e difesa
               che Roma può opporgli.


                                              Entra un gruppo di cittadini.
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