Page 2710 - Shakespeare - Vol. 3
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Scena III        36     EN


                                           Entrano un romano e un volsco.



              ROMANO
          Ti conosco bene, amico, e tu mi conosci. Ti chiami Adriano, mi pare.



              VOLSCO
          Esatto. Francamente non ti ricordo.



              ROMANO
          Sono un romano, e lavoro, come te, contro i Romani. Mi riconosci ora?



              VOLSCO

          Nicanor, no?


              ROMANO

          Esatto, amico.



              VOLSCO
          Avevi più barba l’ultima volta che t’ho visto, ma la voce è quella. Che novità a
          Roma? Ho l’incarico dai miei capi di cercarti lì. Mi hai risparmiato una giornata
          di cammino.



              ROMANO
          A Roma ci sono state gravi sommosse: la plebe contro senatori, patrizi, nobili.



              VOLSCO
          Ci sono state? Dunque sono finite? Il nostro governo non lo crede. Fa grandi

          preparativi di guerra e spera di sorprenderli in piena discordia.



              ROMANO
          La vampata grossa s’è spenta, ma basta una scintilla per riattizzarla. I nobili
          hanno preso così male la cacciata del nobile Coriolano, che sono ormai decisi
          a togliere ogni potere al popolo e a strappargli i tribuni per sempre. C’è fuoco

          sotto la cenere, non c’è dubbio, e ormai è quasi al punto di svampare.
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