Page 2630 - Shakespeare - Vol. 3
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e cinque volte mi hai battuto, e così
faresti, credo, se ci scontrassimo
ogni volta che si mangia.
Per gli dei, se mai l’incontro di nuovo
barba a barba, o io o lui.
La mia emulazione non è più
leale come prima: prima
pensavo di schiacciarlo a pari forza
leale, spada contro spada.
Ora voglio fregarlo comunque
con la rabbia o l’astuzia.
I SOLDATO
È un demonio.
AUFIDIO
Più coraggioso ma non tanto furbo.
Il mio valore è avvelenato già
perché lui lo macchia. Cambierà natura
per sua causa. Ora né sonno né asilo,
né nudità né malattia né tempio,
né Campidoglio né preghiere di preti,
né momenti del sacrificio, tutti
freni al furore, argineranno
col loro consunto privilegio e uso,
il mio odio per Marzio. Dovunque lo trovo,
persino in casa protetto da mio fratello,
anche lì violerò la legge dell’ospite
e mi laverò la mano nel suo cuore.
Entrate in città, scoprite com’è difesa,
e chi sono gli ostaggi per Roma.
I SOLDATO
Tu non vieni?
AUFIDIO
Mi aspettano al bosco dei cipressi, a sud
dei mulini della città. Fatemi sapere lì