Page 2575 - Shakespeare - Vol. 3
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comunque un segno arcano.
96 IV, v, 7 Nella fonte, Enobarbo diserta prima della battaglia di Azio. Che Antonio gli mandi dietro i suoi
tesori è a metà segno di nobiltà morale e, a metà, di un sottofondo teatrale ormai scontato in lui.
Ma che si tratti di grandezza morale è confermato dall’effetto che ha su Enobarbo, alla scena ix −
di farlo morire letteralmente di dolore.
97 IV, viii, 22 Shakespeare allude qui a un gioco sportivo che Samuel Johnson identificava col gioco delle
barriers; altri lo identificano già col calcio. − L’esaltazione di Antonio si trasferisce qui anche a
Cleopatra, temporaneamente.
98 IV, xii, 4 La fonte parla di tale cattivo auspicio prima della battaglia di Azio, specificando però: sotto
la poppa.
99 IV, xii, 9 sgg. La «tirata» di Antonio è tanto teatrale nei suoi termini quanto è sincera nella sua
denuncia e nel suo disgusto, compreso l’augurio di vedere Cleopatra, ora divenuta una witch,
umiliata nel trionfo.
100 IV, xii, 22 Alcuni critici, ed in particolare Caroline Spurgeon (in Shakespeare’s Imagery, Cambridge
U.P., 1965, pp. 195-99), hanno analizzato questo tipico cluster di immagini shakespeariane, che
ricollega l’idea del servilismo a quella del fawning dog, a sua volta collegata con quella del candy e
degli sweets che si squagliano − immagini che a loro volta suscitano l’idea dell’adulazione e della falsa
amicizia, esprimendo il disgusto quasi fisico per tale atteggiamento morale. L’origine di tale cluster di
immagini è ricondotto dalla Spurgeon all’uso degli elisabettiani di nutrire i cani dalla tavola imbandita.
(Cfr. anche III, xiii, 165.)
101 IV, xii, 28 Fast and loose: gioco truffaldino, praticato dagli zingari: arrotolata sul tavolo una corda o
una cintura, si trattava di infilare un chiodo nel nodo centrale per tenerla ferma, mentre in realtà
essa veniva facilmente sfilata da chi teneva il banco. Ma il «tira e molla» si applica perfettamente
alla natura del presunto inganno di Cleopatra: prima tener stretto, e poi mollare.
102 IV, xii, 37 Il passo è dibattuto (e spesso emendato) perché alcuni intendono diminutives = small
coins e doits (per dolts) = piccole monete olandesi. Cleopatra verrebbe cioè esibita (come si
esibivano alle fiere i mostri di natura) per quattro soldi.
103 IV, xii, 43-45 La camicia di Nesso, il centauro ucciso da Ercole, inviata alla moglie di questi, Deianira,
come amuleto d’amore; quando Ercole l’indossò fu preso da tali spasimi che si fece bruciare su una
pira. Lica, che aveva portato la camicia a Deianira, fu scagliato in cielo da Ercole infuriato.
104 IV, xiii, 2 Aiace Telamone, che impazzì di rabbia e si uccise quando lo scudo di Achille fu assegnato
a Ulisse e non a lui. Il cinghiale di Tessaglia fu inviato da Artemide per devastare le terre di Calidone,
e venne cacciato e ucciso dal figlio di questi.
105 IV, xiv, 7 Col termine pageant (che indicava in origine le piattaforme − mobili o stazionarie − su cui
si rappresentavano i miracle plays, onde il significato di: scena) si indicavano i «carri mascherati»
che sfilavano per le vie in occasione di varie solennità, specie per l’insediamento del Lord Mayor di
Londra; di qui, per traslato, il significato di empty shows, vuote figurazioni, in quanto le figurazioni,
spesso allegoriche, di questi carri sotto l’apparenza di concretezza e di realtà erano vuote. Qui
giunge al suo culmine il leit-motiv della dissoluzione − subìta ma in certa misura quasi agognata. Cfr.
«The crown o’ the earth doth melt» in IV, xv, 63.
106 IV, xiv, 10 Dislimns è termine coniato da Shakespeare, e si spiega come dis + (to) limn =
illuminare, miniare.
107 IV, xiv, 20 Gioco di parole su triumph = trionfo, ma con indubbia allusione al significato di «matta»
nel gioco delle carte (l’odierno trump = matta è infatti corruzione di triumph). Mescolando le carte (e
cioè barando al gioco) a favore di Cesare, Cleopatra ha offerto la gloria di Antonio alla sua «carta
vincente» e al suo trionfo.