Page 2369 - Shakespeare - Vol. 3
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Da una povera egiziana. 117
La regina, mia padrona, rinchiusasi
in ciò che le resta, il suo mausoleo,
desidera sapere dei tuoi intenti,
per predisporsi a quanto verrà imposto.
CESARE
Dille di stare di buon animo.
Saprà presto, da qualcuno dei nostri,
con che onore e bontà decideremo
di lei. Cesare non può vivere
senz’essere clemente.
EGIZIANO
Gli dei ti proteggano!
(Esce.)
CESARE
Vieni qui, Proculeio. Va’ a dirle
che non le riserviamo alcuna vergogna;
confortala come richieda il suo stato d’animo,
affinché con un gesto disperato,
conforme alla sua grandezza, non ci eluda.
La sua presenza in carne e ossa a Roma
renderebbe immortale il mio trionfo:
va’, e con la massima rapidità
riferisci che dice, e come la trovi.
PROCULEIO
Cesare, eseguirò.
(Esce.)
CESARE
Gallo, va’ anche tu.
(Esce Gallo.)
Dov’è Dolabella, per accompagnare Proculeio?