Page 2308 - Shakespeare - Vol. 3
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Appena lei ebbe orzato,
Antonio, nobile rovina della sua malia,
spiega al vento le sue ali marine,
e come un germano infatuato le corre dietro,
quando la battaglia è proprio al culmine.
Non ho mai visto una vergogna simile.
Mai prima esperienza, virilità, onore,
sono stati profanati in tal maniera.
ENOBARBO
Ahimè, ahimè!
Entra Canidio.
CANIDIO
La nostra fortuna in mare è rimasta
senza fiato, e va malauguratamente a picco.
Se il nostro generale fosse stato
quel che sapeva di essere, finiva bene:
così ci ha dato l’esempio obbrobrioso della fuga!
ENOBARBO
Ah, siete a questo punto! Allora sì,
davvero buonanotte!
CANIDIO
Sono fuggiti al Peloponneso.
SCARO
È facile arrivarci, e lì aspetterò
gli sviluppi.
CANIDIO
Consegnerò a Cesare
le mie legioni e la cavalleria. Già sei re
mi indicano la strada della resa.