Page 2193 - Shakespeare - Vol. 3
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di vita e sentimento spontaneo. Ottaviano impersona la ragione imperiale, il
          mondo  dell’ordine  e  dell’efficienza  romana,  ma  con  una  chiara  riduzione  di
          umanità.  Del  pari,  Cleopatra  oscilla  fra  la  cortigiana  d’Oriente  e  l’eroina
          d’amore,  fra  la  regina  bizzosa  e  calcolatrice  e  la  donna  soggiogata  dalla

          passione − fra il ruolo di ispiratrice e di disgregatrice, di pietra di scandalo e
          di  appassionato  richiamo  alla  vita.  Se  la  passione  conduce  alla  rovina,
          conserva  inalterata  la  capacità  di  esaltare,  e  ciò  è  reso  particolarmente
          evidente  dalla  forza  poetica  del  linguaggio  e  della imagery.  La  sconfitta  di

          Antonio diventa tragica, nel corso del dramma, proprio perché determinata da
          una scelta che sacrifica la ragione storica alla ragione umana ma esalta la
          pienezza  di  vita  rispetto  al  freddo  calcolo  del  tornaconto  politico.  Di
          problematicità  alle  soglie  del  tragico  si  colora  così  la  stessa  restaurazione

          dell’ordine  di  Ottaviano,  di  cui  Shakespeare  non  nasconde,  anzi  accentua,
          accanto alla più appariscente dissipazione del mondo egiziano, l’aridità e la
          corruzione.
          Sul filo di queste ambivalenze, il dramma storico e la tragedia individuale di

          Antonio  si  conchiudono  con  l’atto IV. Ma a questo punto si ha una sorta di
          tipico  «rovesciamento»  shakespeariano,  che  porta  ad  una  progressiva
          sublimazione del ruolo e della figura degli sconfitti. Tale sublimazione dei due
          amanti appare frutto d’un vertiginoso tour de force poetico e drammatico, che

          dopo aver indirizzato la vicenda nel doveroso senso storico e morale, sembra
          ora volerne quasi rovesciare i termini e il valore. Ciò è però frutto coerente
          della duplice impostazione iniziale e pone un suggello di profondo significato
          e  di  ineguagliabile  altezza  al  procedimento  che  porta  Shakespeare  a

          subordinare  il  motivo  storico  a  quello  tragico,  ed  entrambi  alla  ragione
          poetica. Il mondo della storia offre nel dramma i presupposti e i termini del
          conflitto,  mentre  il  significato  tragico  nasce  dal  fatto  che  quei  presupposti
          sono  di  per  sé  problematici  e  ambivalenti:  se  la  scelta  del  protagonista

          investe il polo della negatività storica, investe anche il polo di una pienezza
          umana  e  sentimentale,  talché  la  sua  sconfitta  storica  trapassa  in  sofferta
          tragedia  umana  su  un  piano  che,  per  la  natura  stessa  delle  aspirazioni  di
          Antonio, è il piano cosmico e assoluto dell’esistenza. Compiutasi fino in fondo

          la  sua  vicenda  storica  e  passionale,  subentra  il  raffinamento  della  poesia.
          L’intensità passionale, presente fin dall’inizio sul piano della sensualità e della
          corruzione, si raffina per il tramite della tragedia sofferta fino a librarsi sul
          piano  del  superamento  dell’umano  e  del  mondo  −  sul  piano  dell’assoluto

          poetico.  Nel  vagheggiamento  di  un  ricongiungimento  oltre  la  sconfitta  e  la
          morte, Antonio e Cleopatra celebrano la trascendenza dal mondo della storia
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