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arido e sterile (seppure necessario e legittimo) e un disordine ricco di calore e
vitalità pur nella corruzione, capace di porsi come alternativa, almeno sul
piano poetico, alle ragioni della storia.
Spunti per un tale bilanciamento Shakespeare poteva trovarne nei precedenti
letterari e drammatici, per la verità non molto numerosi. Se nel Medioevo si
era perso o minimizzato il senso del ruolo storico di Antonio, va ricordato che
accanto alla «Cleopatràs lussuriosa» di Dante c’è la Cleopatra annoverata fra
le claris mulieribus e le eroine d’amore (come ad es. nella Legend of Good
Women di Chaucer). In certi drammi rinascimentali − quali ad es. il Marc
Antoine di Robert Garnier, tradotto in inglese nel 1590 dalla contessa di
Pembroke, sorella di Sir Philip Sidney, che è probabile Shakespeare
conoscesse − si nota come la condanna dei due amanti sul piano storico
s’ammanti di grande fascino romantico e sentimentale. Da questi testi il
drammaturgo poté avere indicazioni per il suo atteggiamento aperto e diviso
sull’interpretazione da dare ai fatti, pur risolvendolo in unità tematica e di
ispirazione. Gli riuscì infatti di fondere in equilibrio il dramma storico di
Antonio con la sua tragedia individuale, la condanna dei suoi motivi con la
simpatia per i suoi moventi, il ruolo eversivo di Cleopatra con l’esaltazione
dell’intensità passionale; di conciliare il sordido con l’esaltante, la corruzione
con la grandezza, la debolezza umana con il vigore affettivo che trascende i
suoi limiti e si fa gloriosa visione del mondo; di conciliare sconfitta e tragedia
con il superamento poetico di entrambe.
Storia, tragedia e poesia
Considerare Antony and Cleopatra (come spesso in passato) tragedia
dell’amore senile e della decadenza sensuale significa ridurne di molto
l’importanza. Il conflitto inscenato è ad un tempo storico, individuale e
poetico. Per la sua «infatuazione» Antonio abdica al ruolo di triumviro, ma il
suo conflitto con Ottaviano è pur sempre per il dominio dell’impero romano. E
come l’immenso sfondo imperiale si dilata a dimensione ed ampiezza
cosmiche proprio per l’intensità della passione dei due amanti, così il conflitto
di Antonio non è solo con se stesso o con Ottaviano, ma investe e coinvolge
due contrastanti visioni del mondo che vanno al di là della storia.
Il dramma è caratterizzato da un’esaltante contraddittorietà e
dall’ambivalenza conferita ai due poli del conflitto, ai personaggi, e ai mondi
che essi incarnano. Trascurando il ruolo storico, Antonio resta avvinto a
Cleopatra: ma il mondo egiziano non è solo di corruzione, bensì è di pienezza