Page 2059 - Shakespeare - Vol. 3
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da gente d’arme.



              SEYWARD
                               Ormai non manca molto
               e il tempo ci farà conoscer chiaro
               se parliamo dell’orso, o se l’abbiamo.
               Chi sta a pensare è come uno che sa e non sa,

               solo lo stormo giudica di quello che sarà.
               Perciò avanti, allo stormo.
                                                                                           Escono in marcia.




                                                   Scena V       42     EN


                     Entrano Macbeth, Seyton e gente armata con tamburi e pennoni.



              MACBETH
               Stendete i gonfaloni sugli spalti.
               Il grido è sempre, «Vengono». La nostra fortezza

               se ne ride d’un assedio. Si sbrachino qui avanti
               e la fame e la febbre se li mangino.
               Non si fossero ben farciti di gente
               che dovrebbe stare con noi, potevamo
               assaltarli all’azzardo, barba a barba,

               e ributtarli a casa.
                                               Grido di donne all’interno.
                               Che succede?



              SEYTON
               Sono le donne che gridano, monsignore.

                                                                                                           Esce.



              MACBETH
               Ho quasi dimenticato il sapore della paura.
               In altri tempi i sensi mi si gelavano
               a un grido nella notte, e i capelli e il cuoio
               a un racconto pauroso si rizzavano

               fremendo come avessero anima. Mi sono
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