Page 2039 - Shakespeare - Vol. 3
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dovessi pestare un giorno la testa al tiranno
               o infilzarla sulla spada, pure il mio povero paese
               ne avrebbe più vizi di quanti non ebbe prima,
               e soffrirebbe di più o in modi più vari che mai

               per mano del successore.



              MACDUFF
                               E chi sarebbe costui?



              MALCOLM
               È di me stesso che parlo; in me, lo so,
               sono così innestati ogni sorta di vizi,
               che quando sbocceranno, quel nero Macbeth

               parrà puro come neve, e il povero stato
               lo riterrà un agnello al paragone
               dei miei guasti infiniti.



              MACDUFF
                               Ma nemmeno
               dalle legioni infernali può uscire un diavolo

               così diabolico nel male da superare Macbeth.



              MALCOLM
               Sì, è sanguinario, libidinoso, avaro,
               falso, sleale, violento e maligno,
               putrido d’ogni peccato che ha un nome. Ma

               alla libidine mia non c’è fondo, no.
               Le vostre mogli, le figlie, le donne mature, le ragazze
               non colmerebbero il pozzo delle mie voglie.
               E il mio appetito travolgerebbe ogni freno

               di continenza che s’opponesse alla foia.
               Meglio Macbeth sul trono, che uno così.



              MACDUFF
               Certo, in natura l’intemperanza sfrenata
               è tirannia. Ha svuotato anzitempo

               troni felici, ha fatto cadere molti re.
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