Page 2001 - Shakespeare - Vol. 3
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si son piazzati in Inghilterra e Irlanda,
e non confessano il loro parricidio crudele,
nutrendo chi li ascolta di menzogne assurde.
Ma di questo domani, quando, con ciò, vaglieremo
affari di stato che ci impegnano tutti.
Ora, a cavallo. Vi rivedrò al ritorno
stasera. Fleance vi accompagna?
BANQUO
Sì, monsignore. È tempo che si vada.
MACBETH
Spero i vostri cavalli sian veloci e sicuri:
vi affido a quelle groppe. State bene!
Esce Banquo.
Ciascuno sia padrone del suo tempo
fino alle sette di sera.
Noi resteremo soli fino all’ora di cena,
perché la compagnia sia più gradita.
Intanto, Dio sia con voi!
Escono i nobili e Lady Macbeth.
Tu, una parola!
quei tali aspettano che li riceva?
SERVO
Sì mio signore, sono giù al portone.
MACBETH
Conducili da noi.
Esce il servo.
Esser così è niente; 21
esser sicuri bisogna! − La nostra paura di Banquo
è una spina profonda; e nella sua natura
regale è ciò che è da temere. Egli osa
molto, e a questa sua tempra indomabile
aggiunge oculatezza, che guida il suo coraggio
a colpo sicuro. Di nessuno io temo
la vita come la sua; e il mio dèmone