Page 2006 - Shakespeare - Vol. 3
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gli vorrei parlare.
SERVO
Vado, signora.
Esce.
LADY MACBETH
S’è dato tutto, s’è avuto niente
se ciò che abbiamo voluto non dà piacere.
È meglio essere ciò che abbiamo distrutto
che vivere poi in questa gioia dubbia.
Entra Macbeth.
Allora, signor mio? Perché startene solo
compagno di chimere tristissime,
e nella mente pensieri che dovevano morire
coi loro oggetti? Cose senza rimedio
non devono impensierire: il fatto è fatto.
MACBETH
Abbiamo ferito il serpe, non l’abbiamo ucciso;
si rinsalderà e sarà se stesso,
e la nostra povera malizia
sarà esposta al suo dente, come prima.
Ma si scardini l’universo, soffrano ambedue i mondi 23
piuttosto che dover mangiare paura
ai pasti e dormire afflitti dai sogni
terribili che ci fanno tremare ogni notte.
Meglio essere coi morti
che noi per aver pace abbiamo mandati
nella pace, che star distesi sulla ruota
della mente in un supplizio incessante.
Duncan è nella sua tomba; dopo
il delirio della vita, dorme bene;
il tradimento ha fatto il suo peggio. Né acciaio
né veleno né perfidie in casa né masnade
straniere, niente può più toccarlo.