Page 2678 - Shakespeare - Vol. 2
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che schernisce se stessa su un monumento.
               Cogli l’istante, perché la gloria percorre un sentiero così stretto
               che vi passa solo uno alla volta. E non mollare
               mai il sentiero, perché l’emulazione ha mille figli

               e ognuno incalza l’altro. Se ti fai di lato
               o devii dalla giusta direzione,
               si slanciano tutti, come una marea che monta,
               e ti lascian per ultimo;

               oppure, come l’ardito cavallo caduto in prima fila,
               resti a far da ciottolo alla vile retroguardia,
               travolto e calpestato. Ciò che essi fanno oggi,
               per inferiore che sia a ciò che hai fatto in passato,

               deve superarlo per forza; il tempo è come
               un padrone di casa alla moda: all’ospite che parte
               stringe appena la mano, e a braccia aperte
               ti vola incontro a quello che è in arrivo.

               Il benvenuto è tutto un sorriso, l’addio
               svanisce sospirando.
               Oh, la virtù non s’aspetti nulla per ciò che è stata.
               Perché bellezza, ingegno, natali nobili,

               vigore fisico, meriti acquisiti,
               amore, amicizia, carità,
               tutto obbedisce all’invidia,
               e alla calunnia del tempo.

               Un tocco di natura fa tutto il mondo uguale:
               che fa furore l’ultima invenzione,
               benché ricavata e fatta da quelle del passato,
               e si apprezza la polvere appena un po’ indorata

               più dell’oro impolverato. L’occhio dell’oggi
               apprezza l’oggetto dell’oggi. Dunque non ti stupire,
               tu, uomo grande e completo,
               che tutti i Greci comincino a idoleggiare Aiace:

               le cose in movimento attraggono l’occhio
               molto prima di quelle che son ferme.
               Un tempo si urlava per te, e si potrebbe
               urlare ancora, e si potrebbe sempre,

               purché, mentre sei vivo, tu non ti seppellisca
               e non chiuda la fama nella tua tenda;
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