Page 2621 - Shakespeare - Vol. 2
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Né io vengo fin qua
per stargli a bisbigliare qualche cosa.
Ho qui con me una tromba che sveglierà il suo udito,
per mettere i suoi sensi sull’attenti,
poi parlerò.
AGAMENNONE
Parla franco come il vento:
Agamennone il sonno l’ha già fatto,
e perché tu sappia, Troiano, che sta in piedi
te lo dice lui stesso.
ENEA
Soffia, trombettiere, forza,
entra con la tua voce d’ottone in queste pigre tende
e sappia ogni nobile Greco cosa Troia ha deciso
di dire forte e chiaro.
Squilli di tromba.
Abbiamo a Troia, grande Agamennone,
un principe chiamato Ettore, figlio di Priamo,
che in questa sonnacchiosa e lunga tregua,
si sente arrugginire. 14 Così m’ha ordinato
di prendere un trombettiere e di proclamare:
“Re, principi, signori, se uno v’è
tra i nobili di Grecia che tenga più al suo onore
che ai suoi agi, che cerchi la gloria
più di quanto non tema il pericolo,
che non conosca la paura, ma solo il suo valore,
che ami veramente la sua donna,
più che a parole, o con lodi inutili alle labbra di lei,
e osi quindi affermarne la bellezza, e il valore
affrontando braccia che non sono di lei,
costui io sfido. Davanti a Greci e Troiani
Ettore proverà, o si proverà di provare,
che la sua donna è più bella, saggia, fedele,
di tutte quelle che Greco abbia mai stretto.
Domani la sua tromba suonerà
proprio a metà fra il vostro campo e Troia