Page 2624 - Shakespeare - Vol. 2
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Vero: lo scopo è del tutto evidente, come un bene
il cui ammontare consti della somma di cifre limitate;
quando la sfida avrà piena pubblicità
non ho dubbi che Achille, avesse il cervello
anche più arido delle dune della Libia
− ma che è abbastanza secco ben lo sa Apollo −
intenderà subito, con il suo alato ingegno,
che Ettore ce l’ha con lui.
ULISSE
E pensi davvero che si scomoderà a rispondere?
NESTORE
Sarebbe la cosa migliore. Chi altri mai
potremmo, con onore, contrapporre a Ettore?
Anche se si tratta di una sfida per gioco,
pero è in gioco la nostra reputazione.
I Troiani assaggeranno qui la nostra fama
migliore col loro palato più fine;
e credimi, Ulisse, la nostra rinomanza,
in quest’azione voluta, sarà messa in gioco
pericolosamente, perché l’esito,
anche se individuale, sarà tale da misurare,
bene o male, il valore di tutti.
È da questi indici − sia pur guide minime
dei volumi che li seguono − che si ricava
la figura infantile del gigantesco cumulo
di cose che di sé fa l’opera tutta.
Si presume che chi incontra Ettore
lo faccia per nostra propria scelta, la quale
essendo unanime, non può che basarsi sul merito,
e scelta e merito uniti produrranno,
quasi espresso da noi tutti, un uomo distillato
dalle nostre stesse virtù. Se costui abortisce,
immagina quale cuore ne ricava la parte che vince
per rafforzare una ferrea fiducia in se stessa!
Che, quando è coltivata, le membra sono suoi strumenti
non meno efficaci di spade e archi maneggiati