Page 2429 - Shakespeare - Vol. 2
P. 2429

ATTO V        40     EN






                                                     Scena I        EN



                                         Entrano Falstaff e [monna] Spiccia.



              FALSTAFF
          Ti prego, cessa le ciance; vai. Io sarò saldo. Questa è la terza fiata; io spero
          che la fortuna s’alberghi nei numeri dispari.                41  Via, vattene! Dicono che nei
          dispari c’è una virtù divina, sia al nascere, nei giri della vita, o alla morte. Va’

          via!


              MONNA SPICCIA

          Provvedo alla catena, e mi travaglierò per fornirvi un bel paio di corna.



              FALSTAFF
          Via, dico, il tempo si consuma, via! Zucca alle nubi e chiappe ballerine.
                                                                                     [Esce monna Spiccia.]
                                          [Entra Ford in veste di Rivoletto.]
          Salute, messer Rivoletto! Messer Rivoletto, l’affare si decide stanotte o mai

          più.  Voi  trovatevi  al  parco  attorno  a  mezzanotte,  alla  quercia  d’Erone,  e
          vedrete portenti.



              FORD
          Monsignore,  non  siete  stato  ieri  da  lei,  come  m’avete  detto  che  avevate
          acconciato?



              FALSTAFF

          Io mi portai da lei, messer Rivoletto, come qui mi vedete, da povero vecchio,
          ma  ne  tornai  indrieto,  messer  Rivoletto,  da  povera  vecchiarella.  Quel
          cagastecchi  di  Ford,  sempre  lui,  suo  marito,  ha  in  corpo  il  più  affusellato
          diavolo pazzo di zelo, messer Rivoletto, che mai diresse farnetico. Io vi vo’
          dire che egli mi ha massacrato di botte, mentr’ero transfigurato da femmina;
   2424   2425   2426   2427   2428   2429   2430   2431   2432   2433   2434