Page 2424 - Shakespeare - Vol. 2
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Occhio ai vostri pensionamenti: un amico venuto in villa dicemi essere in ciro
          tre  truffagermani  che  han  truffati  tutti  gli  osti  delli  castelli  a  Letture,
          Montevergine  e  Fiumefresco,  di  cavalli  e  moneta.  Io  ve  lo  dico  per  puona
          intenzione,  fate  attenzione.  Siete  un  omo  di  mente,  pieno  di  prese  per  i

          fontelli e pieno di sfottimenti, e non parmi ciusto che siate frecato. Statevi
          pene.
                                                                                                           Esce.


                                                         Entra Caio.



              CAIO
          Dov’essere l’oste mio della Giarrettella?



              OSTE
          Son qua, medico mio, son qua pieno di titubanza e apprensivi dilemmi.




              CAIO
          Io non capiscio bene gli eventi, ma si dicere me voi fate grandi apprestamenti
          per  un  Duca  di  Lemagna.  Affé  mia,  non  essere  Duca  che  la  corte  sapere
          dovere arrivare. Ve lo dico con buon intento. Statevi sano.
                                                                                                           Esce.



              OSTE

          Allarme, gente! Muòviti brutta canaglia! − Cavaliere, dammi una mano ch’io
          son spacciato! − Scappa, corri, ulula al ladro, farabutto, sono fregato!
                                                                               Escono l’oste [e Bardolph.]



              FALSTAFF
          Per me, magari tutto il globo terracqueo fusse fregato, dacché io sono stato
          fregato ed anca mazzolato. Se dovesse arrivare all’orecchio della corte come

          m’hanno acconciato, e come la mia trasfigurazione l’è stata sciacquata ben
          bene e randellata, quelli mi squaglierebboro il grasso a goccia a goccia, e col
          sottoscritto ci spalmerebboro gli stivaloni de’ pesciaioli. Io vo’ garantirvi che
          quelli mi levarìano la pelle di dosso con gli scudisci dei loro aguzzi ingegnuzzi,

          sinch’io calassi la cresta come una pera vizza. Mai che mi vada un solco diritto
          da  quella  volta  che  ho  barato  a  primero.  Bene,  s’io  fussi  certo  che  mi
          bastasse il fiato, quasi quasi mi pentirei.           39
                                                  Entra monna Spiccia.
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