Page 2426 - Shakespeare - Vol. 2
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OSTE

          Mastro Fenton, non me ne dite, ho la testa che mi si spacca. Qua finisce ch’io
          mollo tutto e me ne vò.



              FENTON
               Suvvia, stammi a sentire. Se mi darai
               una mano in ciò che mi propongo di fare,

               parola di gentiluomo, io ti regalo
               cento sterline d’oro
               in più di quanto hai perduto.



              OSTE
          Io vi starò a sentire, mastro Fenton; e non fuss’altro, terrò il becco chiuso.



              FENTON
               Più di una volta ti ho partecipato

               il vero amore che porto alla bella Annetta;
               e al mio affetto la figlia fa riscontro
               sin dove lei può far le proprie scelte,
               con mio grande contento. Ho qui una lettera

               che dice cose da maravigliarti
               su una burla farcita di quanto ti vo’ dire,
               così che l’una cosa o l’altra non può dirsi
               senza dirle ambedue. Quel grasso Falstaff

               ha il ruolo principale. Come anderà la beffa
               ti spiegherò al minuto. Fa’ attenzione,
               mio buon oste. Proprio questa notte
               alla quercia d’Erone, tra le dodici e l’una

               la mia Annetta dovrebbe recitare la parte
               della Regina delle Fate.
               Perché mai, l’è qui scritto. In quel camuffamento,
               mentre si fa e strafà un giocofoco di burle

               suo padre le ha ordinato di svignarsela
               assieme a Slender, per andare a nozze
               con lui a Eton; e lei ha consentito.
               Ora, oste mio, la madre, la quale è sempre stata

               contraria forte a questo parentado,
               e salda pel dottore Caio, ha compicciato
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