Page 2396 - Shakespeare - Vol. 2
P. 2396

FALSTAFF

          Ed io la mia, a voler fabbricare sulla promessa d’un cervello di gatta.



              MONNA SPICCIA
          Eh messere, lei si rattrista sì del fatto, che il cuore vi si rizzerebbe a vederlo.
          Stamattina il marito se ne va ad uccellare; lei vuole che torniate ancora una
          volta da lei, entro le otto e le nove. Devo portarle parola presto; lei saprà

          farvi ammenda, ve ne sincero io.



              FALSTAFF
          Ebbene,  io  la  vò  a  trovare;  dille  così.  E  dille  di  sovvenirsi  un  uomo  cos’è;
          rifletta sull’umana fralezza, e appoi giudichi del mio merito.



              MONNA SPICCIA
          Glielo dirò.



              FALSTAFF
          Brava. Tra le nove e le dieci, hai detto?



              MONNA SPICCIA
          Otto e nove, signore.



              FALSTAFF
          Bene, va’ pure. Non mancherò.



              MONNA SPICCIA

          La pace con voi, monsignore.
                                                                                                           Esce.



              FALSTAFF
          Io mi domando come mai messer Rivoletto non si fa vivo. M’ha fatto dire di
          starmene in casa. La sua pecunia mi è molto cara. Oh, eccolo qui.


                                           Entra Ford in veste di Rivoletto.



              FORD
          Benedicite, sere.
   2391   2392   2393   2394   2395   2396   2397   2398   2399   2400   2401