Page 2389 - Shakespeare - Vol. 2
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tutto il mio capitale, ora m’industrio
               soltanto a rappezzarlo con la ricchezza sua.
               Ed oltre a questo, oppone altre barriere −
               le mie pazzie trascorse, le compagnie selvagge −

               e mi dice che l’è cosa impossibile
               ch’io ami te, se non per ciò che hai.



              ANNA
               Forse ti dice il vero.



              FENTON
               No, che Iddio m’aiuti per il tempo avvenire!
               Sebbene, io lo confesso, la roba di tuo padre

               fu la mia prima spinta, Annetta, a corteggiarti,
               poi, nel farti la corte, io t’ho trovata
               di più valore assai che pezzi in oro
               o le somme d’argento nei sacchi sigillati;

               è la ricchezza che tu sei, ch’io voglio
               arraffarmi ora.



              ANNA
                               Mio gentil signore,
               sforzati ancora a ricercar l’affetto

               di mio padre; ripròvaci, mio caro.
               Se poi gli sforzi, se la più sommessa
               istanza non l’ottiene, ebbene, allora...
               Ma vien di qui, c’è gente!
                                                                                           [Parlano a parte.]



                                  [Entrano Shallow, Slender e monna Spiccia.]



              SHALLOW
          Madonna  Spiccia,  tagliate  quei  conversari.  Mio  nipote  ha  la  lingua  e  vuole
          usarla.



              SLENDER
          Ci vo’ provare, o azzecco il centro o spacco. Occhio d’Iddio, ci vò giusto per
          prova.
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