Page 2376 - Shakespeare - Vol. 2
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FORD

          Ma  dove  tiene  il  cervello  Page?  Gli  occhi  ce  l’ha?  Gli  funziona  la  zucca?  Di
          sicuro gli stanno a sonniferare: certo che uso non ne fa. Ma corpo di Bacco,
          questo moccioso ti fionda una lettera a venti miglia come un cannon che tiri a

          raso a duecento passi. Lui t’allunga le propensioni della sua mogliera. Lui ti
          stuzzica  e  favorisce  la  sua  furbacchioneria:  e  adesso  costei  se  ne  va  da
          mogliama,  e  con  lei  il  bamboccio  di  Falstaff.  Ma  chiunque  la  sentirebbe
          codesta  acquata  cantar  nel  vento.  E  con  lei  il  galoppino  di  Falstaff!  Che
          lacciuoli magnifici! Belli e messi in atto; e le nostre mogli fellone se ne vanno

          assieme  al  ninferno.  Ma  cribbio  io  lo  piglio  in  castagna,  appoi  ti  strazio  la
          moglie, strappo il velo posticcio di castità da quella furbastra di monna Page,
          e suo marito lo svergogno in piazza come stambecco sicuro e beato; e tutti i

          miei  cognoscenti  applauriranno  a  ste  brusche  misure.  [Un  orologio  batte
          l’ora.] Quest’orologio mi dà l’imbeccata, e la certezza mi ordina: a caccia! Li
          drento casa scoverò Falstaff. Io ne vo’ trar più lodi che sghignazzate, dacché
          lui è lì drento sicuro com’è sicuro che la terra è salda. Forza, io vado.


                       Entrano Page, Shallow, Slender, l’oste, Evans, Caio [e Rugby.]



              SHALLOW, PAGE e ALTRI

          Ben trovato, maestro Ford.


              FORD

          [A parte] Bella brigata, parola mia. [Forte.] Ho buona roba in casa, e pregovi
          entrare tutti da me.



              SHALLOW
          Mastro Ford, me dovrete scusarmi.



              SLENDER
          E me pure, messere: si ha l’impegno di desinare con la madonna Annetta, e
          non vorrei mancarlo per più grana che non so dire.



              SHALLOW
          S’è  fatta  la  gran  manfrina  su  un  parentado  fra  l’Anna  Page  e  questo  mio

          nipote qui, e oggi stesso ne avremo riscontro.



              SLENDER
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