Page 2369 - Shakespeare - Vol. 2
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ATTO III        26     EN






                                                     Scena I        EN



                                             Entrano Evans e il Semplice.



              EVANS
          Io  pregoti  ora,  caro  famiglio  di  mastro  Slender,  e  di  nome  mio  amico
          Semplice, da che parte hai guardato per codesto messere Caio, che si dice
          Dottore in Medicina?



              SEMPLICE
          Per la messa, signore, dalla parte del Piccolo Parco, dalla parte del Grande

          Parco, da tutte le parti: dalla parte di Windsor vecchia e da ogni parte salvo
          da quella di città.



              EVANS
          Io desidero molto ardentemente che tu guardi pure da quella parte.



              SEMPLICE
          Ora lo fò, messere.
                                                                                                 [Va a parte.]



              EVANS
          Penedetta  l’anima  mia,  come  son  pieno  di  collere,  come  palpetto  per

          l’emozione!  Sarò  lieto  se  m’ha  fregato.  E  quante  melancolie!  Io  gli  vo’
          sbattere  i  sua  pitali  sulla  cucuzza  di  malandrino,  appena  vedo  la  buona
          occasione per sto lavoro. Penedetta l’anima mia!

          [Canticchia.]
               A’ ruscelletti alle cui cascate
               pennuti canori fan serenate;
               là ci faremo pei letti di rose,
               e pen mille mazzetti odorosi.
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