Page 2352 - Shakespeare - Vol. 2
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PAGE
Io ho sentito che il francioso sa dar bene col suo spadone.
SHALLOW
Oh, uh, messer mio, io arei potuto dirvi più là! Di questi nostri tempi e’ si fa
tutto sulle lunghezze, sulle passate, sulle stoccate e io non so che altra cosa.
Ma l’è la corata, messere Page, l’è tutto qua drento, tutto qua drento. Passato
è il dì ch’io solo col mio spadone, ben quattro di quei stangoni io ve l’arei fatti
schizzar come topi.
OSTE
Là, ragazzuoli, in guardia, là, là. Be’, ci diamo una mossa?
PAGE
D’accordo andiamo. Ma io preferirei vederli bezzicare e non infilzare.
[Escono l’oste, Shallow e Page.]
FORD
Codesto Page è uno gnocco sicuro, a starsene così saldo sulla fralezza della
moglie sua. Io non potrei così facilmente buttar via la mia convinzione. Ella è
suta in sua compagnia in casa di Page; e cosa han compicciato lì drento, io
ignoro. Bene, io vo’ vederci un poco più in là, ed ho preparato un
camuffamento per scandagliare quel Falstaff. S’io truovo ch’ella è onesta, io
non spreco fatica. E quando ch’ella fusse l’opposta, la mia è fatica bene
impiegata.
Esce.
Scena II EN
Entrano Falstaff e Pistol.
FALSTAFF
Io non ti presto un soldo.
PISTOL
Ebbene, allora il mondo è l’ostrica mia, ch’io con l’acciaro spalancherò.