Page 2350 - Shakespeare - Vol. 2
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un’appaiata di birri che costui ha cacciati: due veri furfanti, ora che han perso
la mangiatoia.
FORD
Erano gente sua?
PAGE
Erano sì, la malora!
FORD
Non che questo m’accheti. Lui alloggia alla Giarrettiera?
PAGE
Sì, per domine, sì. E quando invero volesse viaggiare così verso mogliama, io
gliela sciolgo addosso, e quel che trarrà da lei oltre alle male parole, la mia
crapa lo porti.
FORD
Io non dubito di mogliama; ma non mi sentirei di mandarli sciolti assieme. Un
uomo può fidarsi troppo. Io non vo’ trasportar nulla sul cranio. Né così
facilmente mi metto il cuore in pace.
PAGE
O guarda lì come l’oste nostro sen vien sbraitando! Quando ha una cera così
giuliva, o ci ha vino nelle cervella o pecunia nella scarsella.
Entra l’oste.
Che mi racconti, caro il mio oste?
OSTE
Che mi racconti tu, birbone mio? Tu sì che sei un galantuomo! − E tu
palèsati, Giudice Vitaiolo!
Entra Shallow.
SHALLOW
Eccomi, oste mio, eccomi qua. Venti volte buondì, ottimo messer Page!
Messere Page, volete venire con noi? C’è un gran diporto in vista.