Page 2108 - Shakespeare - Vol. 2
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O qui o al Campidoglio.
                                                                                                  Esce Lepido.



              ANTONIO
               Quello è un uomo mediocre e senza merito,
               adatto ad esser mandato per commissioni. Ti pare giusto
               che, diviso il mondo in tre parti, lui debba essere

               uno dei tre che se lo spartiscono?



              OTTAVIANO
                               Così l’hai considerato tu,
               e hai sentito il suo parere su chi debba essere segnato
               a morte nelle nostre condanne e proscrizioni.



              ANTONIO

               Ottaviano, ho visto più giorni di te;
               e anche se carichiamo di onori quest’uomo,
               per sgravarci del peso di molte accuse e calunnie,
               lui li porterà come l’asino porta l’oro,
               gemendo e sudando in tale incombenza,

               guidato o spinto da noi per la strada che gli indichiamo;
               e quando avrà portato il nostro tesoro dove noi vogliamo,
               allora gli toglieremo il fardello e lo manderemo via

               come un asino scarico a scuotere le orecchie
               e a pascolare nei campi.         129



              OTTAVIANO
                               Puoi fare come vuoi;
               ma lui è un soldato valoroso e provato.



              ANTONIO
               E così è il mio cavallo, Ottaviano, e perciò
               gli assegno la sua razione di foraggio.

               È una creatura alla quale insegno a combattere,
               a girare, a fermarsi, a correre dritto al galoppo −
               i movimenti del suo corpo governati dal mio spirito.

               E in un certo senso Lepido non è altro che questo:
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