Page 2047 - Shakespeare - Vol. 2
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CASCA
Tu non ti spaventi quando l’intero regno della terra
si scuote come cosa malferma? Oh, Cicerone,
ho visto tempeste in cui i litigiosi venti
spaccavano le querce nodose, e ho visto
l’ambizioso oceano gonfiarsi e infuriare e schiumare
per elevarsi fino alle minaccianti nuvole;
ma mai, fino a stanotte, mai finora,
mi sono trovato in una tempesta che piove fuoco.
O c’è guerra civile nei cieli,
oppure questo mondo, troppo insolente con gli dèi,
li accende di tale ira che essi mandano distruzione.
CICERONE
Ma hai visto qualcosa di più stupefacente?
CASCA
Un comune schiavo − lo conosci di vista − ha alzato
la mano sinistra e quella s’è infiammata, bruciando
come venti torce tutte insieme, e tuttavia la sua mano,
insensibile al fuoco, è rimasta intatta.
Inoltre − da allora non ho rinfoderato la spada −
davanti al Campidoglio ho incontrato un leone
che m’ha guardato fisso e se n’è andato via torvo,
senza farmi alcun male. E si sono riunite
in un sol mucchio cento donne simili a fantasmi,
stravolte dalla paura, che giuravano d’aver visto
uomini in fiamme andare su e giù per le strade.
E ieri il barbagianni s’è seduto
in pieno mezzogiorno in mezzo al Foro,
urlando e stridendo. Quando simili prodigi
s’incontrano tutti insieme, non si dica
“Eccone le ragioni, sono cose naturali”;
perché io credo che siano cattivi presagi
per il paese a cui sono rivolti. 47
CICERONE
In verità, è un tempo ben stranamente disposto.