Page 2014 - Shakespeare - Vol. 2
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PREFAZIONE







          Giulio  Cesare fu  pubblicato  per  la  prima  volta  nella  raccolta  completa,  o

          quasi,  delle  opere  di  Shakespeare  che  è  l’in-folio  del  1623.  Non  essendoci
          state trasmesse edizioni precedenti in formato in-quarto, come per molti altri
          drammi  del  nostro  autore,  il  testo  non  offre  problemi  particolari  d’ordine

          filologico, anche perché si tratta di un testo particolarmente pulito e preciso,
          come  fanno  già  intendere  le  didascalie  molto  abbondanti  in  rapporto  alla
          media  registrata  nel  canone  shakespeariano.  Con  ogni  probabilità  il  testo
          deriva  direttamente  dalla  copia  del  suggeritore  e  fu  trascritto  con
          accuratezza.

          La  composizione  del  dramma,  tuttavia,  risale  a  molti  anni  prima.  Andò  in
          scena  quasi  certamente  nel  1599,  a  inaugurare  il  nuovo  teatro  della
          compagnia,  il  celebre  The  Globe.  Probante  sembra  a  questo  riguardo  la

          testimonianza di un dottore svizzero, Thomas Platter, che passò un mese in
          Inghilterra tra il 18 settembre e il 20 ottobre di quell’anno, e vide a Londra
          due  spettacoli  teatrali.  Di  uno  annotò  sul  suo  diario:  «Dopo  pranzo,  il  21
          settembre, all’incirca alle due del pomeriggio, io e i miei amici attraversammo
          il fiume e lì nell’edificio con il tetto di paglia vedemmo una eccellente messa

          in  scena  della  tragedia  del  primo  imperatore  Giulio  Cesare  con  circa  15
          personaggi».  La  fonte  principale  del  dramma  è  costituita  dalle Vi te di
          Plutarco,  a  cui  Shakespeare  avrebbe  fatto  ricorso  anche  in  seguito,  per

          costruire i suoi due successivi drammi “romani”: Antonio  e  Cleopatra (1606-
          07)  e Coriolano (1607-08).  Le Vite utilizzate in questo caso sono: la Vita di
          Cesare, di cui Shakespeare scelse di drammatizzare solo l’ultima parte, quella
          relativa  alla  catastrofe  dell’eroe;  la Vita  di  Bruto,  seguita  in  tutta  la  sua
          estensione;  e  la Vita  di  Antonio,  per  i  fatti  relativi  alla  parabola  finale  di

          Cesare  e  allo  scontro  dei  repubblicani  con  Antonio  e  Ottaviano  che  li
          sconfissero  a  Filippi  (43  a.C.).  Plutarco  era  stato  tradotto  in  francese  da
          Jacques Amyot nel 1559 e vent’anni dopo, nel 1579, Sir Thomas North aveva

          volto in inglese quella versione francese. Shakespeare lavorò su North, con
          molta  probabilità  sulla  seconda  edizione  pubblicata  nel  1595.  La  sua
          dipendenza  dalle  fonti  raramente  è  così  marcata  come  quando  lavora  su
          Plutarco.  Si  veda  al  riguardo  il IV  volume,  dal  titolo I  drammi  romani,
          dell’opera       collettanea,        citata      nella     bibliografia, Nel  laboratorio  di

          Shakespeare. Dalle fonti ai drammi. In quel volume il sottoscritto studia la
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