Page 996 - Shakespeare - Vol. 1
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Sorella, fatevi coraggio; noi tutti abbiamo motivo
 di lamentare l’ottenebrarsi della nostra fulgida stella.
 Ma nessuno può rimediare ai nostri mali col lamentarli.
 Signora madre, vi chiedo perdono.
 Non avevo visto vostra Grazia. Umilmente, in ginocchio,
 imploro la vostra benedizione.

                                                                            [Si inginocchia.]

DUCHESSA

 Dio ti benedica ed infonda mansuetudine nel tuo cuore;
 amore, carità e il sincero dovere dell’obbedienza.

RICCARDO

 Così sia [s’alza, tra sé] e mi faccia morire vecchio e buono...
 questa è la coda della benedizione d’una madre;
 mi stupisce che sua Grazia l’abbia omessa.

BUCKINGHAM

 Voi, mesti principi e nobili Pari affranti,
 gravati dal pesante fardello del dolore,
 rianimatevi l’un l’altro nell’affetto reciproco.
 Sebbene abbiamo consumato il raccolto di questo re
 ci rimane da mietere quello del figlio di lui.
 L’astiosa frattura dei vostri odi traboccanti,
 appena di recente bendata, saldata e ricomposta,
 ha bisogno d’esser protetta, lenita e mantenuta.
 Mi sembra conveniente che, con una piccola scorta,
 il giovane principe sia immediatamente accompagnato da Ludlow 31
 qui a Londra, per esser incoronato re.

RIVERS

 Perché con una piccola scorta, monsignore di Buckingham?

BUCKINGHAM

 Diamine, signore, onde evitare che, con una numerosa,
 la ferita del rancore appena rimarginata si riapra;
 ciò che sarebbe tanto più pericoloso
 in quanto il governo è ancora nuovo e inesperto.
 Là dove ogni cavallo dispone della briglia del comando
 e può andar nella direzione che più gli aggrada,
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