Page 989 - Shakespeare - Vol. 1
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ringrazio Dio per la mia umiltà.
ELISABET T A
D’ora innanzi, questo sia celebrato come giorno di festa;
piacesse a Dio che tutte le discordie fossero composte.
Mio sovrano signore, supplico vostra Altezza
di riaccogliere nel vostro favore nostro cognato Clarence.
RICCARDO
Ma come, signora, per questo ho offerto il mio amore,
per esser insultato così alla presenza del re?
Chi non sa che il mite duca è morto?
Tutti sussultano.
Voi lo ingiuriate, irridendone il cadavere!
RIVERS
Chi non sa che è morto?! Chi è che lo sa?
ELISABET T A
O cielo che tutto vedi, in che mondo viviamo?
BUCKINGHAM
Lord Dorset, ho il volto pallido come gli altri?
DORSET
Sì, mio buon signore, e non c’è nessuno dei presenti
a cui il color rosso non abbia abbandonato le guance.
RE
Clarence è morto? Ma il decreto di condanna era stato revocato.
RICCARDO
Ma lui, poveretto, morì per il vostro primo decreto,
e quello fu un Mercurio alato a portarlo,
mentre il contrordine lo portò qualche storpio arrancante
che arrivò troppo tardi per assistere alla sepoltura.
Dio non voglia che qualcun altro, meno nobile e meno leale,
più vicino a lui non per sangue ma per pensieri sanguinari,
meriti di peggio del disgraziato Clarence,
eppure circoli franco da ogni sospetto.