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PREFAZIONE
Della fortuna dell’ultimo dei sovrani Plantageneti nella letteratura
cinquecentesca inglese anteriore alla history play di Shakespeare la dotta
ricerca di G.B. Churchill, Richard III up to Shakespeare (1900), costituisce a
tutt’oggi l’indagine più completa. A. Hanham ha per ultima studiato
analiticamente le più antiche testimonianze ed interpretazioni storiche del
regno di Riccardo. Decisiva per la drammatizzazione shakespeariana del
personaggio fu senza dubbio, fra le prime «storie» di Riccardo III, la
mirabile History (1513 ca) di Thomas More che, sia pur incompiuta, servì di
base, assieme alla Anglica Historia di Polidoro Virgilio, 1 alle più tarde
Cronache di Hall e di Holinshed. Ad esse, oltre che ad alcuni monologhi
drammatici del Mirror for Magistrates, Shakespeare attinse largamente per
l’ampio quadro della società inglese al tempo delle Guerre delle Due Rose
e dei loro precedenti disegnato nelle sue «Histories». Thomas More sembra
aver vaticinato la «fortuna» teatrale del truce tiranno nel commento che
attribuisce agli impotenti spettatori londinesi della usurpazione di Riccardo
del trono d’Inghilterra: «E dissero allora che queste faccende son giochi di
re, spettacoli da palcoscenico per dir così, e per lo più rappresentati sui
patiboli» (The History of King Richard the Third, a cura di R. Sylvester, Yale
U.P. 1963, p. 81).
Il dramma di Shakespeare dedicato a Riccardo III completa la sua prima
tetralogia storica sul travagliato regno di Enrico VI di Lancaster e sull’ultimo
York. La sua composizione si colloca, nel canone, fra il 1590 e il 1592. 2
Esso apparve a stampa, per la prima volta, in un’edizione in-quarto del
1597 e, col nome dell’autore, nel 1598: sicura attestazione esterna della
paternità shakespeariana, che esclude ipotesi «disintegratrici» circa
l’intervento di altri drammaturghi nell’opera. L’opinione critica prevalente è
concorde nell’assegnarne la data di composizione, nelle parole del
Chambers, «dopo non lungo intervallo dallo Henry VI», 3 e cioè intorno al
1593. Non mancano allusioni contemporanee che sembrerebbero
anticiparla, ma esse sono tutte posteriori al 1598.
Il testo del primo e dei successivi cinque in-quarto di The Life and Death of
King Richard the Third (Vita e morte del re Riccardo Terzo) (1597 ... 1622)
appare arricchito, nella edizione del primo in-folio delle opere di
Shakespeare (1623), da numerose aggiunte (circa 230 versi) e varianti
verbali, grammaticali e grafiche. Esso presenta, però, a sua volta, circa 40
versi che non si trovano nell’in-folio. Per Chambers ed altri specialisti
questo rappresenta la redazione originaria e più autorevole del testo del