Page 758 - Shakespeare - Vol. 1
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RE ENRICO
Mi fermerò un po’ qui a palazzo.
Cugino Exeter, cosa pensa vostra signoria?
A me pare che le forze che Edoardo ha messo in campo
non siano in grado di contrastare le mie.
EXET ER
Il timore è che egli riesca ad allettare tutti gli altri.
RE ENRICO
Di ciò non ho paura; le mie benemerenze mi hanno reso famoso:
non ho chiuso le mie orecchie alle loro richieste,
né differito le loro petizioni con ritardi pesanti;
la mia pietà è stata il balsamo per guarire le loro ferite,
la mia mitezza ha placato i loro dolori opprimenti,
la mia misericordia ha asciugato le loro lacrime abbondanti;
non sono stato avido delle loro sostanze,
né li ho vessati con richieste di grossi sussidi,
né fui ansioso di vendicarmi, sebbene abbiano commesso
molti peccati. Perché dovrebbero amare Edoardo più di me?
No, Exeter, questi favori sollecitano il favore:
e quando il leone si struscia con l’agnello,
l’agnello non smetterà mai di seguirlo.
Si sente gridare fuori scena, “Per i Lancaster! Per i Lancaster!”.
EXET ER
Udite, udite, mio signore! Cosa sono queste urla?
Entra [Re] Edoardo con i suoi soldati [, Gloucester e altri].
RE EDOARDO
Acciuffate il timido Enrico e portatelo via;
proclamateci ancora una volta re d’Inghilterra.
Tu sei la fonte che fa scorrere i ruscelli:
ora che la tua sorgente si interrompe, il mio mare li inaridirà
e si gonfierà ancora di più nel loro secco letto.
Portatelo alla Torre; non lasciatelo parlare.
Esce [Exeter] con Re Enrico [sotto scorta].
Nobili signori, pieghiamo il nostro corso verso Coventry,
dove ora risiede quel prepotente di Warwick.
Il sole splende caldo e, se il momento non vien colto,