Page 752 - Shakespeare - Vol. 1
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Forza, dunque, diamoci da fare celermente.

                                            Escono.

                               Scena VII EN

  Squilli di tromba. Entrano [Re] Edoardo, Gloucester, Hastings [e una
                   truppa di olandesi, con un tamburino]. 62

RE EDOARDO

 Ora, fratello Riccardo, Lord Hastings, e voi altri,
 fino ad ora la Fortuna ci presenta le sue scuse
 e dice che ancora una volta scambierò
 il mio rango derelitto con la corona regale di Enrico.
 Bene abbiamo traversato e riattraversato i mari
 e portato dalla Borgogna l’aiuto ambito.
 Cosa ci rimane da fare, ora che siamo giunti
 dal porto di Ravenspurgh davanti alle mura di York,
 se non entrare in quello che è il nostro ducato?

                                                             [Hastings batte alla porta.]

GLOUCEST ER

 Le porte sono state serrate? Fratello, non mi piace,
 poiché molti che inciampano sulla soglia di casa
 sono avvisati che all’interno si annida il pericolo.

RE EDOARDO

 Zitto e buono, ora i presagi non devono spaventarci.
 Dobbiamo entrare con le buone o con le cattive,
 poiché, una volta qui, i nostri amici torneranno da noi.

HAST INGS

 Sire, busserò ancora una volta per convocarli.
                                       [Bussa e il tamburino fa rullare il tamburo.]

 Sulle mura entrano il Sindaco di York e i suoi confratelli [consiglieri]. 63

SINDACO

 Miei nobili signori, fummo avvertiti del vostro arrivo
 e chiudemmo le porte per la nostra salvezza,
 perché ora dobbiamo obbedienza a Enrico.
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