Page 748 - Shakespeare - Vol. 1
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Scena VI EN

 Squilli di tromba. Entrano Warwick, Clarence [con la corona; quindi] Re
Enrico Sesto, Somerset, il giovane Enrico [Conte di Richmond], Oxford,

                  Montague e [il] Comandante [della Torre].

RE ENRICO

 Signor comandante, ora che Dio e gli amici
 hanno buttato giù Edoardo dal seggio regale
 e hanno restituito la libertà al mio stato di recluso,
 mutando la mia paura in speranza, il dolore in gioia,
 qual è il pagamento dovuto al mio rilascio?

COMANDANT E

 I sudditi non possono pretendere nulla dai sovrani;
 ma se può aver successo un’umile preghiera,
 allora imploro il perdono di vostra maestà.

RE ENRICO

 Per cosa, comandante? Per avermi trattato bene?
 Anzi, sii certo che ripagherò la tua cortesia
 poiché essa ha reso la mia prigionia un piacere,
 sì, un piacere simile a quello che gli uccelli in gabbia
 provano quando, dopo molti pensieri malinconici,
 grazie agli accenti dell’armonia familiare,
 dimenticano la perdita della loro libertà.
 Ma, Warwick, dopo Iddio, sei tu che mi hai fatto
 libero, e perciò io ringrazio Dio e te:
 Egli fu l’autore, tu fosti lo strumento.
 Perciò, affinché io possa sconfiggere la Fortuna ostile,
 vivendo in basso, dove la Fortuna non può farmi del male,
 e affinché la gente di questa terra benedetta
 non venga punita dalla mia stella funesta,
 Warwick, sebbene in capo porti ancora la corona,
 qui io cedo a te il mio governo,

                                                                   [Gli porge una delega.]
 poiché tu sei fortunato in tutte le tue azioni.

WARWICK

 Vostra grazia ha sempre avuto fama di virtuoso,
 e ora appare saggio quanto è virtuoso,
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